Miss Credenza

L’APOSTASIA

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sghiccio_1184
view post Posted on 28/8/2009, 18:25 by: sghiccio_1184




Lo “sbattezzo”, visto dalla parte della Chiesa, si chiama apostasìa. Esistono tuttavia delle differenze: l’apostasia, stando al Codice di diritto canonico, è «il ripudio totale della fede cristiana» (can. 751), e non ha bisogno di essere formalizzato; lo “sbattezzo”, invece, è proprio la formalizzazione, in ottemperanza alla legge italiana, dell’abbandono della Chiesa cattolica.

Ne consegue che, per la Chiesa cattolica, chi si proclama ateo e agnostico, anche se non si “sbattezza”, è da considerarsi un’apostata, e pertanto soggetto alla scomunica latae sententiae (can. 1364), un tipo di provvedimento canonico che si applica automaticamente, anche se la Chiesa non è al corrente del “delitto” commesso (lo stesso provvedimento comminato dal codice, per esempio, alla fattispecie di aborto volontario).

PERCHÉ CANCELLARE GLI EFFETTI DEL BATTESIMO?



Non certo per fare un contro-rito vendicativo: nessuna associazione laica lo riterrebbe una cosa seria.

Ci sono invece motivazioni ben più importanti per “sbattezzarsi”:

* per coerenza: se non si è più cattolici non v’è alcuna ragione per essere considerati ancora tali da chi non si ritiene più degni della propria stima;
* per mandare un chiaro segnale a tutti i livelli della gerarchia ecclesiastica;
* per una questione di democrazia: troppo spesso il clero cattolico, convinto di rivolgersi a tutta la popolazione della propria parrocchia, “invade” la vita altrui (pensiamo alle benedizioni natalizie o, più banalmente, al rumore prodotto dalle campane). Si crea così una sorta di “condizionamento ambientale” e si diffonde la convinzione che bisogna battezzare, cresimare, confessarsi e sposarsi in chiesa per non essere discriminati all’interno della propria comunità. Abbattere questo muro, rivendicando con orgoglio la propria identità di ateo o agnostico, è una battaglia essenziale per vivere in una società veramente libera e laica.
* per la voglia di far crescere il numero degli “sbattezzati”, contrapponendolo alla rivendicazione cattolica di rappresentare il 97% della popolazione italiana;
* perché si fa parte di gruppi “maltrattati” dalla Chiesa cattolica: gay, donne, conviventi, ricercatori…
* per rivendicare la propria identità nei passaggi importanti della propria vita. Non essere più cattolici comporta l’esclusione dai sacramenti, l’esclusione dall’incarico di padrino per battesimo e cresima, la necessità di una licenza per l’ammissione al matrimonio (misto), la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di ripensamento da parte dell’interessato. Significa quindi non dover sottostare alle richieste del proprio futuro coniuge di voler soddisfare la parentela con un rito in chiesa, non vedersi rifilare un’estrema unzione (magari mentre si è immobilizzati), e avere la relativa sicurezza che i propri eredi non effettueranno una cerimonia funebre in contrasto con i propri orientamenti.
* il catechismo della Chiesa cattolica ricorda (nn. 1267 e 1269) che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e «il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa». Qualora non lo siano, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a “richiamare” pubblicamente il battezzato. Nel 1958 il vescovo di Prato definì “pubblici peccatori e concubini” una coppia di battezzati sposatasi civilmente. La coppia subì gravi danni economici, intentò una causa al vescovo e la perse: essendo ancora formalmente cattolici, continuavano infatti a essere sottoposti all’autorità ecclesiastica. Ogni prelato può dunque tranquillamente permettersi esternazioni denigratorie nei confronti dei battezzati: perché rischiare?

Ma tante altre ancora possono essere le motivazioni: non c’è certo bisogno di ricevere suggerimenti da parte dell’UAAR!

L’ASSOCIAZIONE PER LO SBATTEZZO

L’Associazione per lo Sbattezzo nacque negli anni ’80 proprio su queste tematiche. Suo il merito di aver sollevato il problema in Italia: attraverso questa associazione sono partite le prime lettere con le richieste di cancellazione dal registro dei battezzati. Il modulo che presenta sul suo sito, tuttavia, è privo di valore giuridico, non facendo riferimento ad alcuna legge dello Stato italiano. Oggi la parola “sbattezzo” è entrata a far parte dei dizionari.

L’INIZIATIVA GIURIDICA DELL’UAAR

Nel 1995 l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha avviato una campagna per la “bonifica statistica” dei battezzati. Dopo aver verificato le risposte fumose ed evasive alle richieste di cancellazione ricevute dai parroci (le poche volte che costoro si degnavano di rispondere), ha preferito spostare il confronto in sede giudiziaria.

Attraverso un socio individuato ad hoc, ha così intrapreso un ricorso al Garante per la protezione dei dati personali (Stefano Rodotà), chiedendo di intervenire nei confronti delle parrocchie refrattarie alla cancellazione del battesimo.

IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA GIURIDICA UAAR

Il 13 settembre 1999 il Garante per la protezione dei dati personali si è pronunciato sul ricorso del socio UAAR.

Secondo il provvedimento del Garante non si può cancellare il battesimo, in quanto esso documenta un episodio effettivamente avvenuto: inoltre, anche in questo caso, la doppia ragione sociale di Stato estero e di ente religioso permette alla Chiesa di usufruire di privilegî che altre confessioni non hanno.

È però possibile, per chiunque lo desideri, far annotare la propria volontà di non appartenere più alla Chiesa cattolica. Si tratta di un riconoscimento importante, con il quale per la prima volta la giurisprudenza italiana ha stabilito una procedura per l’ottenimento di un elementare diritto civile, quello di non essere più considerati “figli della chiesa”.

Lo sconcerto cattolico deve essere stato notevole, se persino un esponente considerato “illuminato” come don Zega, dalla prima pagina della Stampa del 29 settembre 1999, riusciva a confondere UAAR e Associazione per lo Sbattezzo, cercando poi di buttare tutta la vicenda sul goliardico.

Come conseguenza pratica, però, l’iniziativa dell’UAAR ha costretto la Conferenza Episcopale Italiana a emanare già il 20 ottobre 1999 un Decreto Generale sull’argomento.

L’UAAR, incassato il parziale successo, ha comunque deciso di ricorrere al tribunale di Padova, che con il decreto del 29 maggio 2000 ha in sostanza confermato quanto statuito dal Garante, sancendo tuttavia che «è lo Stato che si riserva il potere di verificare se sussistano i presupposti per escludere il proprio intervento con riguardo agli atti dell’autorità ecclesiastica».

Nel novembre 2002 la Conferenza dei vescovi italiani, riunita in assemblea plenaria, ha dovuto confermare la legittimità delle richieste formulate col modulo UAAR.

L’iniziativa è proseguita negli anni successivi, con lo scopo di allargare questo diritto all’intera popolazione italiana. Nel 2002 è stato presentato e accolto il primo ricorso al Garante contro una parrocchia inadempiente, e nel 2003 è stato presentato e accolto il ricorso al Garante contro la pretesa del Vicariato di Roma di chiedere al richiedente di presentarsi presso i suoi uffici «per dimostrare e controfirmare la sua richiesta in modo inequivoco».

Infine, nel settembre 2006, un nuovo provvedimento del Garante ha permesso a tutti coloro che non conoscono la parrocchia di battesimo (o che sono stati battezzati all’estero) di annotare le proprie volontà di non far più parte della Chiesa cattolica sull’atto di cresima. Il caso ha voluto che il primo vescovo “costretto” ad autorizzare una simile annotazione sia stato il cardinal Camillo Ruini (anche se la prima in assoluto risale al febbraio 2006).

Ma la campagna continua: resta ancora da allargare tale diritto a chi non sa dove è stato battezzato, e non è mai stato comunicato o cresimato.

COSA BISOGNA FARE PER NON ESSERE CONSIDERATI PIÙ CATTOLICI?

* Chi conosce la parrocchia presso la quale si è stati battezzati deve semplicemente scrivere una lettera al parroco con la quale si chiede che sia annotata la propria volontà di non far più parte della Chiesa cattolica. La lettera deve essere inviata per raccomandata a.r. allegando la fotocopia del documento. Non è necessario fornire alcuna motivazione. Disponiamo di una lettera modello, scaricabile in formato *.RTF; ne è altresì disponibile una versione in formato *.PDF.
* Se non si conosce la parrocchia, la prima strada è quella di fare una ricerca sul portale parrocchie.it: qualora vi fossero dubbi tra più parrocchie si può provare a chiedere un aiuto a [email protected].
* Qualora l’esito fosse infruttuoso bisogna inviare una richiesta al parroco dove è stata impartita la prima comunione (a partire dal 1984) o la cresima, chiedendogli di provvedere all’annotazione della richiesta sui documenti che attestano la somministrazione di questi sacramenti.
* In alternativa, se ci si è sposati con il rito concordatario, si può anche inviare una richiesta alla parrocchia delle nozze, chiedendo di conoscere la parrocchia di battesimo.
* “Sbattezzarsi” è rapido e semplice. Nel caso, piuttosto raro, che vengano frapposti degli ostacoli, consigliamo di consultare le FAQ, che contengono le risposte alle domande più ricorrenti sull’argomento: qualora i dubbi persistano, potete inviare un messaggio a [email protected] per ottenere una consulenza sull’argomento. Ricordiamo che - in mancanza di risposta da parte della parrocchia - è possibile presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Tutti i ricorsi presentati finora si sono conclusi con esito positivo.

L'intero testo è preso da uaar.it --> http://www.uaar.it/laicita/sbattezzo

PSEUDO O PRESUNTE TALI ARGOMENTAZIONI IN CONTROTENDENZA

Ecco un esempio di una persona a random che non ha capito un emertita mazza e ridicolizza sminuisce lo sbattesimo

CITAZIONE (ilcekoo @ 9/4/2009, 17:24)
provo pena per chi ha bisogno di questi mezzucci per dimostrare non so cosa.

Sei ateo, perfetto. Il tuo battesimo non agisce in te. PUnto e basta.

Queste cose così spettacolari le fanno solo gli insoddisfatti che hanno bisogno del loro momento di attenzione mediatica.
Lo trovo molto penoso.

Ed ecco che colpisce ancora un altro attentato concettuale ... :D Sembiramo alla sagra della ridicolita'

CITAZIONE (ilcekoo @ 9/4/2009, 17:24)
E' ridicolo farlo invece...credi che ti cambi qualcosa comparire o meno in un impolverato libro che sta negli armadi della tua parrocchia?

Tsè...il battesimo lo si sente dentro...non è un nome su un pezzo di carta.
E' ridicolo che tu nn capisca questo.


Anzi lo sbattezzo lo trovo ridicolo, comico, e infantile.
Un capriccio da bambini di 2 anni ha molta più importanza
.

:D

ULTERIORI INFORMAZIONI

Se io non mi sento parte di quella "comunita" perche' dovrei rimanere scritto nei loro registri ? è inutile. non c'e' nulla di ridicolo nel farlo.

Per il resto non colpevolizzo i miei genitori per avermi battezzato. Non ne hanno colpa se hanno un certo tipo di cultura.

E pensare che mio padre è rimasto fuori dalla chiesa mentre mi battezzavano , Solo ora capisco perche'.

Lo sbattesimo non è un atto dimostrativo, perchè non deve dimostrare niente a nessuno, è solo questo, la " fine di una appartenenza"!
Si esce da un club che non ci piace, MA ESCONO DA QUEL CLUB NON SOLO GLI ATEI! Dunque, ecco, la tua seconda incomprensione....quello che sbandiera lo "sbattezzo" non lo sbandiera per dire " sono ateo ", ma solamente e semplicemente per dire" non appartengo più a quel club ".

E' evidente che per un ateo che si ritrova battezzato suo malgrado, quel battesimo non conta assolutamente nulla sul piano personale.....però conta tantissimo invece sul piano politico/sociale!!
Ed è prorpio questa la ragione più importante per cui un non credente dovrebbe sbattezzarsi, al di là dei discorsi di coerenza personale tec...
Lo sappiamo tutti, almeno spero, che in Italia la CCAR vanta l'appartenenza al suo credo del 90 e passa per cento degli italiani ESCLUSIVAMENTE deducendolo dal registro dei battezzati, ed è proprio in base a queste FALSE statistiche che molti leccac....ehm politivci si sentono in dovere di attendere qualsiasi " pernacchia " venga emessa dal papa e chi per lui...dunque E' un fatto sociopolitico lo sbattezzo e nient'altro!!


Un credente Cristiano sullo Sbattezzo



CITAZIONE (+DOMINO+ @ 9/4/2009, 19:19)
Mi dispiace ma Sghiccio ha ragione.... il pedobattesimo oltre ad essere antibibblico ha una grande influenza politica/sociale... Ormai dovremmo aver compreso come mai la chiesa cattolica abbia formulato una serie di invenzioni infischiandosene di quello che insegna la Scrittura...Il Papa non è mica scemo...pensi che non sappia come stanno veramente le cose...? Tutte le invenzioni che si sono susseguite contraddicono la Parola perchè il loro potere è piu importante della Parola! Perchè pensi che i bambini vengano marchiati a fuoco quando non sono in grado di decidere? (pratica antibibblica) Perchè ciò che piu conta per la chiesa cattolica non è la qualità ma la quantità....! Come potrebbe avere potere politico e sociale se non avesse nomi su quel registro? Chi si battezza e poi non pratica o diventa ateo spesso e volentieri non ha nemmno voglia di sbattezzarsi e cmq rimane nei registri e fa massa.... grazia a questa massa la chiesa cattolica conta qualcosa nella politica italiana (vedi i politici che baciano l'anello). Ora chiedo: se il Papa stesso ha smentito l'esistenza del limbo (e questo ci fa capire come i concigli non sono ispirati) dopo anni... come mai ci sarebbe tutta questa fretta di battezzare i bambini appenanati? Tanto il limbo non esiste....e cmq il battesimo non è necessario per la salvezza....dunque non posso vedere altro che motivi insulsi per il quale bisogni essere battezzati senza coscienza

Boom di 'sbattezzi' a Milano, nel 2009 già 200 richieste



Mons. Manganini si dice amareggiato per la consistente crescita del fenomeno: ''Ne devo firmare anche 5 o 6 in un giorno''

Roma, 20 mag. (Adnkronos) - ''Come pastore mi preoccupo. E soffro dovendo firmare come ho fatto anche stamani, cinque o sei richieste del genere...''. Lo afferma Monsignor Luigi Manganini, vicario per la disciplina dei sacramenti della diocesi di Milano, che in un'intervista a ''Il Giornale'' si dice amareggiato per la consistente crescita del fenomeno degli ''sbattezzi'': nel 2008 erano stati in tutto 200, nei primi cinque mesi di quest'anno sono gia' piu' di 200 e tutto lascia credere che possano raddoppiare.

''Sbattezzo'' e' un termine improprio, usato da alcune associazioni come l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) per indicare il gesto volontario con il quale una persona chiede sia formalizzato l'abbandono della religione di appartenenza. Fenomeno in costante crescita, che risente probabilmente di un clima politico-mediatico nel quale la Chiesa cattolica e' rappresentata come ''Chiesa dei no'' (questo il titolo di un libro-inchiesta del vaticanista Marco Politi edito da Mondadori). A Milano non si registrano ancora ''celebrazioni'' come quelle che si svolgono nei circoli anarchico-repubblicani della Romagna, dove esiste una vera e propria ''cerimonia di sbattezzo'', ma la frequenza dei casi preoccupa non poco il cardinale Dionigi Tettamanzi e i suoi piu' stretti collaboratori. Era stata l'Uaar nel 1995 a intraprendere un'iniziativa per il riconoscimento legale della volonta' di non essere piu' considerati cattolici.

''E' del tutto fuori luogo parlare di 'sbattezzo' - spiega Manganini al 'Giornale' - dato che il battesimo e' un sacramento irreversibile per chi crede, che non puo' essere cancellato in alcun modo. Di fronte alla richiesta esplicita chi vuole sia attestato il suo abbandono della fede cattolica, la Chiesa si limita a segnalare questa volonta' nel registro dov'era stato trascritto l'atto di battesimo''. Il prelato definisce ''inquietante'' il considerevole aumento dei casi. La procedura prevede che la persona interessata compili un modulo con la richiesta e si rivolga al proprio parroco il quale a sua volta invia la comunicazione all'ufficio per la disciplina dei sacramenti della curia.

''Per prima cosa - aggiunge il vicario del cardinale Tettamanzi - invitiamo il parroco a parlare con la persona che ha chiesto la cancellazione. Se poi questa insiste, cerchiamo di convocarla noi per un colloquio. Ma non vengono quasi mai. Si tratta infatti solitamente di persone molto determinate. Si prepara allora un documento della curia con il quale si autorizza il parroco che conserva il registro di battesimo a trascrivere la volonta' espressa dal soggetto». Nella pagina dov'e' riportato l'atto di battesimo, si scrive pertanto che la persona «ha notoriamente abbandonato la fede cattolica''.

L'annotazione non e' irreversibile, ''c'e' sempre la possibilita', e la speranza - dice monsignor Manganini - di un ravvedimento''. Di fatto, quest'atto equivale all'apostasia, e dunque chi si ''sbattezza'' e' automaticamente scomunicato, cioe' interdetto dai sacramenti e dai funerali in chiesa.

Colpisce anche il dato relativo all'eta' dei milanesi che chiedono lo ''sbattezzo'': ''Capita che ci sia qualche anziano - rivela il prelato - ma la maggioranza e' tra i quaranta e cinquant'anni. Si tratta cioe' di persone ancora nel pieno della loro vita, che intendono troncare definitivamente e polemicamente la loro appartenenza alla comunita' cristiana. Questo obbliga noi cristiani a interrogarci su quale sia la testimonianza che stiamo offrendo ai nostri fratelli, anche perche' nel caso italiano, l'abbandono del cattolicesimo non puo' avere alcuna motivazione economica, come invece accade in Germania, dove chi rinuncia smette di versare una tassa obbligatoria alla propria comunita' di appartenenza''.

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3337061897


Sbattezzo su Raiuno



 
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