Miss Credenza

I non credenti e la salvezza, secondo il Catto-Cristianesimo

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sghiccio_1184
view post Posted on 28/8/2009, 17:44




Video introduttivo





Nel 1442 il Concilio Ecumenico di Firenze nel suo decreto <pro Iacobitis> afferma: “Nessuno di quelli che sono fuori dalla Chiesa Cattolica, non solo i pagani, ma neppure i giudei o gli eretici o gli scismatici possono conseguire la vita eterna; essi invece sono destinati al fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli se prima della morte non si saranno aggregati ad essa... nessuno per quante elemosine abbia potuto fare ed anche se avesse versato il proprio sangue per il nome di Cristo si può salvare se non è rimasto nel seno e nell’unità della Chiesa Cattolica”.

Nel 1866 prima ancora di istituire il dogma dell’infallibilità papale, Pio IX si era così espresso: “Io sono il successore dell’apostolo Pietro, il Vicario di Gesù Cristo, io solo ho il compito di guidare e governare la barca di Pietro; io sono la via, la verità, la vita. (Ciò è un abominio vedere in Giov. 14:6). Chi è con me è nella Chiesa, chi non è con me è fuori dalla Chiesa, è fuori della via, della verità e della vita”.

La dottrina cattolica dice precisamente che i non battezzati non vanno in paradiso.
Se poi vogliamo ignorare il CCC che indica "il battesimo nell'economia della salvezza", possiamo anche farlo.
"Il Battesimo appare sempre legato alla fede: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia”, dichiara san Paolo al suo carceriere a Filippi."

O come dice San Cipriano : "Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza"*, frase che è anche il titolo di un libro di Hugon: uno dei libri più chiusi mentalmente mai scritti


*http://news.kataweb.it/item/317600/papa-fuori-dalla-chiesa-non-c-e-salvezza
http://oknotizie.alice.it/go.php?us=19b010f074173e32

Solo l'anno scorso si è fatta un'eccezione per i bambini che muoiono in tenera età, non battezzati:
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/...lo.asp?c=129497
E ci hanno messo 2007 anni per capirlo.

La dottrina teologica sulla quale si base la Chieisa cattolica è molto rigorosa e non da spazio a interpretazioni personali. Non a caso i teologi cattolici sono stati i primi a sfoderare la spada dinnanzi al noncognitivismo teologico di metà secolo. Per cui stando ai precetti cattolici ad esempio, Gandhi non si trova in paradiso poiché esso non faceva parte della Chiesa cattolica apostolica Romana.

Ricordo che l’odierno Catechismo al canone 1213 dichiara che il battesimo è il solo mezzo per il quale « ci si incorpora alla Chiesa e resi partecipi della sua missione», per cui i non battezzati non possono in alcun modo aspirare alla salvezza, se non battezzandosi. Il battesimo è una condizione necessaria (anche se non sufficiente) alla salvezza.
Questa è la posizione della Chiesa Cattolica.

Portare avanti la tesi che il battesimo non è necessario alla salvezza è una tesi eretica. Più precisamente tale tesi è alla base dell’eresia del pelagianesimo ed è stata molto combattuta dalla Chiesa Cattolica.

E per quanto riguarda il Buon ladrone che fu salvato anche se non battezzato ?

Nessun passo biblico ci dice che il Buon Ladrone non è battezzato , non so perché ci sia questa leggenda in ambienti ecclesiastici ma l’evangelista Luca (l’unico che introduce il pentimento del ladrone) non parla di un non-battezzato. A supporto di tale tesi San Cipriano che chiama il buon ladrone “martire e battezzato” nell’Ad Fabiarum. Il catechismo parla di coloro che “ricevono la morte a motivo della fede” per questi il martirio si configura come un battesimo (lo chiama prorpio battesimo di sangue) per cui il battesimo rimane sempre condizione necessaria.

Le parole di S.Agostino parafrasate dal Carpin: “Il caso del buon ladrone non può inficiare il precetto dato da Cristo stesso che dichiara necessaria la recezione del battesimo”citato da Carpin “Agostino” p.72 QUI


Il Nuovo Testamento annuncia, in tutte le sue parti, la centralità di Cristo per la salvezza. Non c’è salvezza al di fuori di Cristo, non c’è salvezza nelle religioni, non c’è salvezza nelle opere, non c’è salvezza nel frutto della nostra ragione. La salvezza che annuncia il Nuovo Testamento e che anche noi annunciamo è salvezza in Cristo, nel credere in Cristo, nella fede in Cristo.


Questo per il 3% dei cattolici che credono che la salvezza la possano ricevere anche i non credenti . I primi cristiani credevano che per ricevere la salvezza ci fosse bisogno del martirio, ora recenti studi dimostrerebbero che non serve neanche la fede.

Il passo di Efesini è solo uno di tantissimi che parlano di salvezza per fede, a cui possono accedere solo quelli che credono
in Dio. Poi la Bibbia parla di una sola giustificazione per i peccati: mediante la fede nel sacrificio di Cristo, che è la Grazia.
Quelle 3 che mi hai elencato sono in realtà la stessa cosa. Poi soltanto quelli che non potevano conoscere Cristo (es: indiani d'america, tribù africane, indios, ecc) verranno giudicati per la loro coscienza, proprio perchè non era possibile per loro decidere se avere o meno fede in Gesù. Oggi, però, chiunque può conoscere Gesù, quindi nessuno può avere l'attenuante dei popoli indicati prima, altrimenti perchè Cristo avrebbe detto in Giovanni 3:18 che "Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio." oppure in Giovanni 3:16 che "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." o ancora in Giovanni 3:36 "Chi crede nel
Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui»."
Giacomo palra di un concetto diverso di fede e giustificazione, come si può vedere in Giacomo 2:19.
Mentre per Paolo, che era un teologo e parla da teologo, la fede è l'affidarsi completamente a Dio, per Giacomo (come si evince dal passo indicato prima) la fede è la semplice adesione intellettale al credo. Siccome la fede reale fa fruttare opere al credente, Giacomo chiede che razza di fede possa essere una che non produce queste opere. Ciò non toglie che per fede si è salvati, come dice tutta la Bibbia, e le opere vengono poi come conseguenza. Inoltre, mentre per Paolo parla di giustificazione davanti a Dio, Giacomo ne parla rispetto agli uomini: davanti a Dio è sufficiente chiedere perdono e accettare la salvezza per riceverla ed essere purificati, ma con gli uomini non basta dire "ho fede": bisogna dimostrarlo con le opere. Se la Chiesa oggi può dire una cosa e domani può dire il suo opposto, come può essere giudata da Dio? Dio ha dato la Bibbia, la Sua Parola, proprio perchè si evitassero errori dottrinali, e lo Spirito Santo per guidarci. Dici che la chiesa è fatta da uomini, ed è vero: allora è meglio seguire gli uomini o il Signore?
Il passo dei vangelo di Giovanni che ti è stato citato prima non è affatto in contrasto con Matteo 25, perchè lì si parla dei giusti, cioè quelli che avendo accettato la salvezza producono spontaneamente opere degne, e non per sforzarsi di essere salvati (altrimenti avrebbero già la lista bella e pronta di tutte le cose che hanno fatte, e se ne ricorderebbero bene), ma per piacere a Dio.

Catechismo della chiesa cattolica



57. La tradizione cattolica ha costantemente affermato che la Chiesa è necessaria alla salvezza in quanto mediazione storica dell’opera redentrice di Gesù Cristo. Questa convinzione ha trovato la sua espressione classica nell’adagio di san Cipriano: «Salus extra Ecclesiam non est» 87. Il Concilio Vaticano II ha ribadito questa affermazione di fede: «Appoggiandosi sulla sacra Scrittura e sulla Tradizione, [il Concilio] insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Soltanto il Cristo, infatti, presente per noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo (cfr Mc 16,16; Gv 3,5), ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare» (Lumen gentium 14). Il Concilio si è più volte soffermato sul mistero della Chiesa: «La Chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Lumen gentium 1); «Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza» (Lumen gentium 8). «Risorgendo dai morti (cfr Rm 6,9) [Cristo] immise negli apostoli il suo Spirito vivificatore, per mezzo del quale costituì il suo corpo, che è la Chiesa, come un sacramento universale di salvezza» (Lumen gentium 48). Ciò che colpisce in queste citazioni è la portata universale del ruolo di mediazione che svolge la Chiesa nel dispensare la salvezza di Dio: «l’unità di tutto il genere umano», «salvezza di [tutti] gli uomini», «sacramento universale di salvezza».

58. Di fronte a nuovi problemi e situazioni e ad una interpretazione esclusiva dell’adagio: «salus extra ecclesiam non est» 88, negli ultimi tempi il Magistero ha articolato una comprensione più sfumata del modo in cui può essere realizzata una relazione salvifica con la Chiesa. L’allocuzione di Papa Pio IX, Singulari Quadam (1854), espone con chiarezza questa problematica: «A motivo della fede si deve, è vero, tenere saldo che al di fuori della Chiesa apostolica romana nessuno può essere salvato, in quanto essa è l’unica arca della salvezza; chi non entrerà in essa perirà nel diluvio; tuttavia però si deve ugualmente ritenere per certo che coloro che soggiacciono a mancanza di conoscenza della vera religione, se questa non può essere superata, essi davanti agli occhi del Signore non vengono implicati in colpa alcuna per questa cosa» 89.

59. Ulteriori chiarimenti ci provengono dalla Lettera del Sant’Uffizio all’Arcivescovo di Boston (1949): «Poiché non si richiede sempre, affinché uno ottenga l’eterna salvezza, che sia realmente incorporato come un membro della Chiesa, ma questo almeno è richiesto, che egli aderisca alla stessa con il voto e con il desiderio. Questo voto, poi, non è necessario che sia sempre esplicito, come accade per i catecumeni, ma dove l’uomo soffre di ignoranza invincibile, Dio accetta pure un voto implicito, chiamato con tale nome, perché è contenuto in quella buona disposizione dell’animo con la quale l’uomo vuole la sua volontà conforme alla volontà di Dio» 90.

60. La volontà salvifica universale di Dio, realizzata per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo e comprendente la Chiesa in quanto sacramento universale di salvezza, trova espressione nel Vaticano II: «Tutti gli uomini sono quindi chiamati a questa cattolica unità del popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale; e alla quale in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini, che dalla grazia di Dio sono chiamati alla salvezza» (Lumen gentium 13). Che la mediazione unica e universale di Gesù Cristo si realizza nel contesto di una relazione con la Chiesa è ulteriormente ribadito dal Magistero pontificio postconciliare. A proposito di coloro che non hanno avuto l’opportunità di arrivare a conoscere o accogliere la rivelazione del Vangelo, persino nel loro caso l’enciclica Redemptoris missio ha questo da dire: «La salvezza di Cristo è accessibile in virtù di una grazia che [ha] una misteriosa relazione con la Chiesa»"

Sermone pubblicato giovedì, 7 Ottobre 1915 consegnato da C. H SPURGEON,

al Metropolitan Tabernacle, Newington.

"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori" (Efesini 2:8-9).
Delle cose su cui ho predicato a voi per molti anni questa ne è la somma. Nell'assortimento delle mie argomentazioni ho mantenuto la mia teologia, principalmente intorno alla salvezza degli uomini. Sono felice di ricordare che anche quelli che della mia famiglia erano ministri di Cristo, prima di me e in mia presenza hanno predicato questa dottrina e nient'altro. Mio padre che ancora può dare la sua testimonianza personale per il suo Signore, non conosce altra dottrina e anche suo padre lo ha fatto prima di lui.
Sono condotto a ricordare questo per il fatto che una circostanza abbastanza singolare, registrata nella mia memoria ha stabilito una connessione di questo testo tra me e mio nonno. Ora sono passati tanti anni. Fui incaricato di predicare in una città di un certo paese nelle Contee Orientali. Non mi accade spesso di essere in ritardo, perché sento che la puntualità è una di quelle piccole virtù che possono prevenire grandi peccati. Tuttavia non abbiamo colpa se il treno fa ritardo o che si guasti e fu così che accadde che arrivai notevolmente in ritardo al luogo su nominato.
Come tutte le persone assennate, loro avevano già cominciato la loro adorazione e avevano già cominciato con il sermone. Come mi avvicinavo alla chiesa, percepivo che qualcuno era salito sul pulpito a predicare e chi avrebbe immaginato che il predicatore era il mio caro e venerabile nonno! Appena però lui mi vide entrare dalla porta anteriore e camminare per tutto il percorso del corridoio centrale, subito esclamò: "Adesso continuerà mio nipote! Lui sa predicare l'Evangelo meglio di me, anche se lui non può predicare un Evangelo migliore; lo puoi Charles?" Dopo aver fatto il mio viaggio tra la folla, risposi: "Tu puoi predicare meglio di me. Prega ancora." Ma lui non l'avrebbe accettato. Dovevo continuare il sermone e così andando sullo stesso soggetto, ritornai dove lui avevainterrotto.
"Ebbene" disse lui, "stavo predicando su: "Voi, infatti, siete stati salvati per Grazia". Stavo mettendo tutti avanti alla fonte e alla sorgente della salvezza; e ora sto loro mostrando il canale di essa, attraverso la fede. Ora tu riprendi da qui e va avanti".

Io giocavo in casa con queste verità gloriose, perché non avrei potuto provare alcuna difficoltà nel riprendere dal filo della dissertazione di mio nonno e congiungendo il mio filo al suo, potetti continuare senza alcuna interruzione logica. Il nostro accordo nelle cose di Dio ci fece facilmente essere un solo predicatore dello stesso discorso. Andai sul punto in cui dice: "Mediante la fede" e poi procedetti al punto successivo: "Ciò non viene da voi". Su quest'argomento stavo spiegando la debolezza e l'impossibilità della natura umana e la certezza che la salvezza non potesse venire da noi, quando mi sentii tirare la coda del mio frac e il mio benamato gran signore prese di nuovo a dire: "Quando ho parlato della nostra depravata natura umana" proseguì il vecchio buon uomo, "so molto su questo, cari amici"; e così lui prese a parlare di una parabola e nei successivi cinque minuti fece una solenne e umiliante descrizione della nostra perduta fortuna, la depravazione della nostra natura e la morte spirituale nella quale noi fummo trovati.

Quando lui aveva esposto le sue argomentazioni in una maniera molto graziosa, il suo nipote si permise continuare, con grande gioia del caro vecchio uomo; perché ora e allora lui direbbe, in tono gentile, "Bene! Bene!" Una volta lui disse: "Diglielo di nuovo, Charles" ed io ovviamente glielo ripetei. Era per me un gradito esercizio portare la mia azione in testimonianza ad una verità di così vitale importanza, che è così profondamente impressa nel mio cuore. Mentre sto annunciando questo messaggio, mi sembra di sentire ancora quella cara voce che mi dice: "Diglielo di nuovo". Non sto contraddicendo la testimonianza degli antenati che ora sono con Dio. Se mio nonno potesse ritornare sulla terra, mi troverebbe dove mi ha lasciato, costante nella fede e attaccato a quella forma di dottrina che fu consegnata una volta per sempre ai santi.
Maneggerò brevemente il testo, in modo da ricavare alcune asserzioni. La prima asserzione è contenuta chiaramente nel testo:

LA SALVEZZA È ATTUALE



L'apostolo dice: "Voi siete salvati". Non "voi sarete", o "voi potete essere"; ma "voi siete salvati". Lui non dice: "Voi siete salvati in parte" e neppure "pieni della speranza di salvezza"; ma "per Grazia voi siete salvati". Permetteteci di essere chiari su questo punto così com'è e permetteteci di non scordare che noi sappiamo che noi siamo salvati. In questo momento noi o siamo o non siamo salvati. Questo sia chiaro. A che categoria apparteniamo? Spero che, mediante la testimonianza dello Spirito Santo, noi possiamo essere così rassicurati della nostra salvezza da poter cantare: "Il Signore è la mia forza e la mia canzone; lui è divenuto anche la mia salvezza." Su questo non mi dilungherò, ma passerò a fare attenzione al prossimo punto.

LA SALVEZZA ATTUALE DEVE ESSERE RICEVUTA PER GRAZIA



Se possiamo dire di qualsiasi uomo, o di qualsiasi genere di persone: "Voi siete salvati", noi dobbiamo farlo ma premettendo le parole "per Grazia". Non c'è altra salvezza attuale a meno che cominci e finisca "per Grazia". Non penso che qualcuno in questo grande mondo pretenda di predicare o di possedere una salvezza attuale e poi ometta di dire che quelli che credono di essere salvati lo siano solamente per Grazia. Nessuno nella Chiesa di Roma proclama di essere salvato subito, completamente e per l'eternità. Tale professione di fede sarebbe giudicata eretica. Pochi cattolici possono sperare di entrare nel cielo quando muoiono, ma la maggior parte di loro ha, davanti agli occhi, la misera prospettiva del purgatorio. Noi vediamo le continue richieste di preghiere per le anime trapassate e questo non avverrebbe se quelle anime fossero salvate e glorificate col loro Salvatore. Messe in suffragio per il riposo dell'anima, indicano l'incompletezza della salvezza che Roma ha da offrire. Per buono che possa essere, da quando la salvezza Papale è mediante le opere e anche se la salvezza per le buone opere fosse possibile, mai nessun uomo potrebbe essere sicuro di aver compiuto abbastanza per assicurarsi la sua salvezza.
Fra quelli che indugiano in mezzo a noi, troviamo molti che sono nello stesso tempo estranei alla dottrina della Grazia e questi non sognano mai di possedere una salvezza attuale. Probabilmente loro hanno fiducia di poter essere salvati quando muoiono; hanno una mezza speranza, dopo anni d'attenta santità, loro possono, forse, infine essere salvati; ma, per essere salvati ora e per sapere che sono salvati, la salvezza è completamente lontana da loro e anzi pensano che ciò sia una presunzione.
Non ci può essere salvezza attuale a meno che non si fondi su punta base: "Per Grazia voi siete salvati". È una cosa molto singolare che a nessuno sia venuta in mente di predicare una salvezza "attuale" mediante le opere. Suppongo che sarebbe stato troppo assurdo. Essendo le opere non ancora terminate, la salvezza sarebbe incompleta; oppure, essendo completa la salvezza, il motivo principale del legalista, assertore della salvezza per opere, sarebbe concluso.
La salvezza deve essere per Grazia. Se un uomo si è perso per il peccato, come può essere salvato se non attraverso la Grazia di Dio? Se lui ha peccato, lui è condannato; e come può lui, da se stesso, invertire quella condanna? Supponi che lui si attenesse alla legge per tutto il resto della sua vita, lui avrà fatto solo allora quello che avrebbe dovuto fare prima e lui sarà ancora un servitore inutile. Che ci deve fare del suo passato? Come potrà cancellare i vecchi peccati? Come potrà essere ritrattata la vecchia rovina? Secondo le Sacre Scritture e secondo il senso comune, la salvezza potrà essere solamente concessa mediante il libero favore di Dio.
La salvezza nel tempo presente deve venire dal favore gratuito di Dio. Le persone possono contendere per la salvezza per opere, ma tu non sentirai che chiunque sostenga il suo proprio argomento dicendo: "Sono salvato per quello che ho fatto". Quella sarebbe una vanità di bricconeria alla quale pochi uomini andrebbero. L'orgoglio potrebbe afferrarlo non appena lui si vanta in modo così stravagante. No, se siamo salvati, deve essere per la libera Grazia di Dio. Nessun uomo professa di essere un esempio di salvezza da un punto di vista contrario a quello offerto dalla salvezza per Grazia. La salvezza, per essere completa deve essere mediante la Grazia gratuita. I santi, quando sopraggiunge la morte, non concludono mai le loro vite sperando nelle loro buone opere. Quelli che invariabilmente hanno maggiormente vissuto vite sante e utili, guardano alla libera Grazia nei loro momenti conclusivi. Non sono mai stato al capezzale del letto di un uomo devoto che riposasse una qualsiasi fiducia nelle sue proprie preghiere, o nel pentimento, o nella religiosità. Ho sentito uomini molto santi che citano in morte le parole: "Gesù Cristo entrò nel mondo per salvare i peccatori." Infatti, gli uomini che si avvicinano maggiormente al cielo e i più preparati a ciò, i più semplici mettono la loro fiducia nei meriti del Signore Gesù e più intensamente aborriscono ogni fiducia in loro stessi. Se ciò accade nei nostri ultimi momenti, quando il conflitto è quasi al di sopra di noi, molto più dobbiamo sentirlo essere così mentre noi siamo nel mezzo della lotta, cioè durante la vita. Se un uomo è completamente salvato in questo tempo di guerra, come può essere se non per Grazia. Mentre lui deve piangere sul peccato che sovrabbonda in lui, mentre lui deve confessare innumerevoli deficienze e trasgressioni, mentre il peccato è presente in tutto ciò che fa, come può credere di essere completamente salvato se non la gratuita Grazia di Dio?
Paolo parla di questa salvezza come se appartenesse agli Efesini: "Per Grazia voi siete salvati." Gli Efesini si erano dati ad arti esoteriche curiose e ad opere di divinazione. Avevano fatto in pratica un'alleanza coi poteri delle tenebre. Ora se proprio questi furono salvati, ciò deve essere solo per Grazia. Così è anche con noi: la nostra condizione originale e il carattere rende certo il fatto che, se salvò tutti, noi lo dobbiamo attribuire alla libera Grazia di Dio. So che è così proprio nel mio caso; e credo che la stessa regola regga bene anche per il resto dei credenti. Chiarito sufficientemente quest'argomento, passiamo ad un'altra osservazione:

L'ATTUALE SALVEZZA PER GRAZIA DEVE AVVENIRE MEDIANTE LA FEDE.



Una salvezza attuale deve avvenire mediante la Grazia e la salvezza per Grazia deve avvenire attraverso la fede. Tu non ti puoi impadronire della salvezza per Grazia, mediante altri mezzi se non per fede. Hai bisogno delle auree pinze della fede per portare via questo carbone vivente posto sull'altare. Suppongo che sarebbe stato possibile, se Dio l'avesse voluto, che quella salvezza potesse essere concessa per opere, invece che per Grazia; perché se Adamo avesse rispettato perfettamente la legge di Dio, lui avrebbe ancora fatto quello che a lui fu concesso di fare; ma anche così, se Dio l'avesse ricompensato, la ricompensa stessa sarebbe dovuta essere secondo la Grazia, in quando il Creatore non deve nulla alla creatura. Questo sarebbe stato un sistema molto difficile per lavorare, mentre l'oggetto di ciò era perfetto; ma nel nostro caso non funzionerebbe per tutti. La salvezza nel nostro caso vuole dire liberazione dalla colpa e dalla rovina e questo non poteva fondarsi sopra una misura di buone opere, in quando noi non siamo nella condizione di compierne alcuna. Supponi che io ti predichi che tu come peccatore devi fare certi lavori e che poi tu saresti salvato; e supponi che tu potessi compierli; tale salvezza non potrebbe essere considerata come una Grazia, ma come un debito. Appreso in tale maniera, ciò ti sarebbe ricompensato come la ricompensa di un'opera fatta e tutto il suo aspetto sarebbe stato cambiato. La salvezza per Grazia può solo essere afferrata dalla mano di fede: il tentativo di sovrapporre su di essa il fare certi atti di legge causerebbe l'evaporazione alla Grazia: "Perciò, è mediante la fede che interviene la Grazia." "Se è per Grazia, allora non è più per opere: altrimenti la Grazia non è più la Grazia. Ma se è per opere, allora non c'è più la Grazia: altrimenti le opere non sono più opere."
Alcuni tentano di sovrapporre alla salvezza per Grazia, l'uso di cerimonie; ma non è così. Tu sei battezzato da bambino, confermato e spinto a ricevere "il santo sacramento" da mani sacerdotali, oppure Tu sei battezzato da adulto, iscritto ad una chiesa e partecipi alla cena del Signore: questo ti porta la salvezza? Ti chiedo: "Ce l'hai la salvezza?" "Come osi chiedermelo?" Se tu proclamassi un tal genere di salvezza, allora io sono sicuro che non ci sarebbe nella tua mente la salvezza per Grazia.
Di nuovo, tu non può basare la salvezza per Grazia attraverso i tuoi sentimenti. La mano di fede è costruita per afferrare una salvezza attuale per Grazia. Ma le sensazioni non sono adatte per quello scopo. Se tu vai dicendo: "Devo sentire che sono salvato. Devo sentire prima molto dolore e poi molta gioia oppure non ammetterò che sono salvato", tu troverai che questo metodo non risponderà. Come tu non puoi sperare di vedere col tuo orecchio, o assaggiare col tuo occhio, o sentire col tuo naso, così non puoi credere sentendo: è l'organo sbagliato. Dopo che tu hai creduto, tu puoi godere la salvezza sentendo le sue influenze paradisiache; ma sognare di afferrarla con i tuoi propri sentimenti è così sciocco come tentare di afferrare la luce del sole col palmo della mano, oppure il vento del cielo tra le ciglia dei tuoi occhi. C'è un'assurdità essenziale in tutto questo discorso.
Inoltre, l'evidenza prodotta per le sensazioni è diversa da persona a persona. Quando i tuoi sentimenti sono pacati e deliziosi, essi sono subito sconvolti e sopraggiungono agitazione e tristezza. Il più incostante degli elementi, le più deboli creature, le circostanze più spregevoli possono affondare o possono elevare il tuo spirito: uomini esperti vengono a pensare sempre meno delle loro attuali emozioni, man mano che loro riflettono sullo scarso affidamento che si può avere tramite di esse. La fede riceve la legge di Dio concernente il Suo modo di perdono gratuito e così porta salvezza all'uomo credente; ma sentendo, riscaldandosi in seguito ad appassionati appelli, conducendosi ai limiti del delirio verso una speranza che sfida ma non esamina, si conducono in giro in un genere di ballo del mendicante arabo "derviscio" fatto di eccitamento e tutto è in agitazione, come il mare agitato che non può rimanere. Dalle sue ebollizioni e dalle sue furie tempestose, le sensazioni sono adatte per lasciarsi andare a tiepidezza, abbattimento, disperazione e a tutti i mali simili. Le sensazioni sono una sorta di oscuri e tempestosi fenomeni, nei quali non può fondarsi alcuna fiducia circa le verità eterne di Dio.
Ora facciamo un passo che ci porterà ancora più lontano:

LA SALVEZZA PER GRAZIA, ATTRAVERSO LA FEDE, NON VIENE DA NOI.



La salvezza e la fede e tutte le opere della Grazia, non vengono da noi. Innanzi tutto loro non sono dovuti a nostri antichi meriti: loro non sono la ricompensa di antichi buoni tentativi. Nessuna persona non "nata di nuovo" ha vissuto così bene che Dio è costretto a dargli un'ulteriore Grazia e dargli la vita eterna; in altre parole non è più lontano dalla Grazia, ma dal debito. La Salvezza c'è data, non guadagnata da noi. La nostra prima vita è sempre come un vagabondaggio lontano da Dio e la nostra nuova vita di ritorno a Dio è sempre un'opera di misericordia immeritata, riversata su quelli che grandemente ne hanno bisogno, ma che non lo meritavano mai. Non viene da noi, nel più ancestrale significato, cioè che non proviene dalla nostra bravura dimostrata in origine. La salvezza viene dall'Alto; non è mai prodotta in mezzo a noi. Può la Vita eterna essere prodotta dalle costole nude della morte?
Alcuni ci sfidano a dire che la fede in Cristo e la nascita nuova, sono solamente la conseguenza di buone opere, che si producono segretamente in noi per natura; ma in questo, come il loro padre, parlano di se stessi.
Signori, se un erede di collera produce buone opere, diventerà sempre più buono per andare... nel luogo preparato per il diavolo e i suoi angeli! Tu puoi prendere un uomo non nato di nuovo e lo istruisci nel modo migliore, ma lui rimane e deve rimanere per sempre, morto nel peccato, a meno che un potere più alto entrerà in lui e lo salverà da lui stesso. La Grazia apporta dentro il cuore un elemento completamente estraneo. Non migliora e non perpetua; uccide e vivifica. Non c'è continuità tra lo stato di natura e lo stato di Grazia: l'uno è oscurità e l'altro è luce; l'uno è morte e l'altro è vita. La Grazia, quando viene a noi, è come un tizzone lasciato cadere nel mare, dove si sarebbe certamente spento, non era esso di una certa qualità miracolosa che impedisce le inondazioni e sovrappone il suo regno di fuoco e di luce nelle profondità.

La salvezza per Grazia, attraverso la fede non viene da noi nel senso che essa è il risultato del nostro potere. Noi siamo obbligati a vedere la salvezza come un atto divino, cioè come una creazione, o una provvidenza, o una risurrezione. Ad ogni punto del processo della salvezza questa frase è adatta: "Non viene da voi". Dal primo desiderio di salvezza al pieno ricevimento di essa mediante la fede, ciò è sempre e solo da Dio e non da noi. L'uomo crede, ma quella fede è solamente un risultato di un più forte impianto di vita divina in mezzo all'anima dell'uomo ad opera di Dio Stesso. Anche la maggiore volontà di essere salvati per Grazia non viene da noi, ma è il dono di Dio. Qui sta il nocciolo della questione. Prendiamo un uomo che non crede per niente in Gesù: sarebbe un suo dovere ricevere Gesù, che sarebbe Colui che Dio ha mandato come propiziazione per peccati del mondo. Ma quell'uomo non crederà mai in Gesù; lui preferisce qualsiasi cosa alla fede nel suo Redentore. Quell'uomo non ha il cuore per credere in Gesù a vita eterna, a meno che lo Spirito di Dio non lo convinca di giudizio e costringa la sua volontà. Chiedo che qualche persona salvata guardi indietro alla sua conversione e spieghi come avvenne. Tu ti rivolgesti a Cristo e credesti nel Suo Nome: questi erano i tuoi atti e le tue azioni. Ma che cosa ti causò questa conversione? Quale forza sacra ti convertì dal peccato alla rettitudine? Attribuisci a te questo rinnovamento singolare, oppure all'esistenza di un qualche cosa migliore di te che non è ancora stato scoperto nel tuo prossimo inconvertito? No. Confessa, che tu saresti stato quello che lui ora è, se non ci fosse stato qualche cosa di potente che ti comunicò la primavera della Sua volontà, illuminò la tua comprensione e ti guidò ai piedi della croce. Con gratitudine noi confessiamo l'episodio; è stato così. La salvezza per Grazia, attraverso la fede non è da noi e nessuno di noi si sognerebbe di portare qualsiasi gloria a noi in seguito alla nostra conversione, o a qualsiasi altro effetto della Grazia che è fluito dalla prima causa divina. Ultima considerazione:


"PER GRAZIA VOI SIETE SALVATI MEDIANTE LA FEDE; E CIÒ NON VIENE DA VOI: È IL DONO DI DIO"



La salvezza può essere chiamata "Theodora" o "dono di Dio": e qualche anima salvata può essere soprannominata Dorotea, che è un'altra forma della stessa espressione. Moltiplica le tue frasi e chiamala come vuoi, ma la vera salvezza ha tracciato in te la sua benedizione che è tutta contenuta nel dono ineffabile, che è costituito dalla gratuita e smisurata benedizione di amore divino.
La salvezza è il dono di Dio, in opposizione a una retribuzione. Quando un uomo paga a un altro il suo salario, lui fa quello che è giusto; e a nessuno viene in mente di lodarlo eccessivamente per questo. Ma noi lodiamo il nostro Dio Gesù Cristo per la salvezza che ci ha donato, perché essa non è il pagamento di un debito, ma il dono della Grazia. Nessun uomo può entrare a vita eterna sulla terra, o in cielo, come un debito di Dio, ma come un dono. Noi diciamo: "Nulla è più gratuito di un dono". La salvezza è anche così, semplicemente e completamente un dono di Dio, tanto che nulla potrà mai essere più gratuito. Dio la concede perché lui sceglie di darla, secondo quel grande passo biblico: "Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, avrò compassione di chi avrò compassione." Tu sei del tutto colpevole e condannato e il grande Re perdona colui che vuole fra di voi. Questa è una sua prerogativa reale. Lui salva nella Sua infinita sovranità della Grazia. E Lui vuole che tutti voi siate salvati. La salvezza è il dono di Dio: ciò è da dire completamente così, in opposizione alla teoria della crescita spirituale. La salvezza non è una naturale produzione fra di noi: è portata da una terra straniera e piantata nel nostro cuore da mani paradisiache. Salvezza è nella sua interezza un dono proveniente da Dio. Se tu desideri di averla, essa è là, completamente. Desideri averla come un dono perfetto? Tu risponderai: "No; la produrrò nella mia officina." Tu non puoi contraffare un'opera così rara e costosa per la quale proprio Gesù spese il Sangue della Sua Vita.
Qui c'è un indumento senza linea di giunzione, tessuta da cima a fondo: la tunica. Ti coprirà e ti renderà glorioso. Desideri averla? Tu risponderai ancora: "No; sederò al telaio e mi confezionerò una veste da solo!" Sciocco e orgoglioso che non sei altro! Tu filatore di ragnatele! Tu tessitore di sogni! Oh! Che tu possa prendere liberamente quello che Cristo sulla croce dichiarò essere compiuto! È il dono di Dio: ovvero, è eternamente sicuro in opposizione ai doni degli uomini che passano presto via. "Non come il mondo dà, io ti do", dice il nostro Signore Gesù.
Se il mio Signore Gesù del Dio ti dà la salvezza in questo momento, Tu ce l'hai e ce l'hai per sempre. Lui non se la riprenderà mai indietro; e se lui non la prende da Te, chi potrà togliertela? Se lui ora ti salva attraverso la fede, tu sei salvato e tanto salvato che Tu non perirai mai, né qualcuno potrà strapparti dalla Sua mano. Possa essere così di ognuno di noi!

Edited by sghiccio_1184 - 29/9/2009, 16:09
 
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